Professor Filippo Mirisola di Torresanto (1928 – 2015)
(1928 – 2015)

Si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Palermo nel 1953. Nel 1956 ha conseguito, con lode, il diploma di specialista in Odontoiatria e Protesi Dentaria e poi nel 1971, 1973 e 1974, rispettivamente, i diplomi di specialista in Igiene e Tecnica Ospedaliera, Chirurgia Plastica e Igiene e Medicina Preventiva. Dal 1955 al 2000 ha prestato servizio presso l’Ospedale George Eastman di Roma dove ha ricoperto negli anni i ruoli di Primario del Reparto di Parodontologia e del Reparto di Protesi e, dal 1998 al 2000, di Direttore Sanitario. Nell’anno accademico 1967-68, il Prof. Mirisola ha ottenuto la libera docenza in Clinica Odontoiatrica; in qualità di Professore Ordinario dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, ha insegnato prima nel corso di Laurea in Medicina e Chirurgia e, successivamente, nel corso di Laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria. Nel 1979 ha partecipato alla fondazione della Società Italiana di Parodontologia (SIdP), l’associazione scientifica di maggior prestigio in odontoiatria. Nel corso della sua carriera professionale, il Prof. Mirisola ha fatto parte del Consiglio Direttivo dell’Associazione Medici Dentisti Italiana e ricoperto il ruolo di vice-presidente della sezione di Roma e del Lazio. E’ stato autore di numerose ricerche scientifiche e indagini cliniche su differenti aspetti dell’odonstomatologia. Gli sono stati vari premi tra cui il Premio Nazionale per le Scienze Mediche Asclepio nel Gennaio 1984. Figura carismatica dalle spiccate qualità umane, oltreché professionali, nel 1963 il Prof. Mirisola di Torresanto è stato insignito da Papa Giovanni XXIII, del titolo di Cameriere di Spada e Cappa di Sua Santità poi convertito, da Papa Paolo VI, in Gentiluomo di Sua Santità.

Il ricordo di un amico

“L’ho conosciuto, per miei piccoli problemi, nella veste di grande primario dell’Eastman.
L’ho subito ammirato per il tratto professionale, signorile, da uomo con un intenso passato umano, per di più nitida espressione della vecchia aristocrazia di Palermo, la stessa mia città.
Amicizia subitanea, costante, senza ombre, frequentazione solo nel suo vecchio studio carico di glorie personali, costellato dai segni inequivocabili di una vita di alto impegno spirituale ma bastevole per creare un rapporto indissolubile.
Gli piacevano i poeti francesi contemporanei, gli portai una volta, come piccolo omaggio,
un volume di Mallarmè e un’altra un’icona etiope con S.Giorgio difensore della salute,
che gradì molto.
E ancora, un modo patriarcale ma tenerissimo di convivere con le sue ragazze
che lo adoravano, traccia di spirito eletto.
E infine, a completare il quadro, dedico il mio grande rammarico al suo figlio d’arte,
di impronta identica.”

Prof. Carlo De Bac

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